Cagnina di Romagna: alla scoperta del vino dolce dell’autunno romagnolo

Le stagioni portano con sé qualcosa di tipico in ogni regione italiana. Sapori e modi di vivere che si imparano fin da bambini. Se chiedete a un romagnolo di cosa gli fan venire voglia le sere d’autunno vi risponderà senza pensarci due volte: un bicchiere di vino Cagnina e un po’ di caldarroste. Magari da consumare davanti al camino mentre si fa una bella giocata a carte tra amici.

La Cagnina è un vino che si beve giovane e per poco tempo. Dalla metà di ottobre fino alla fine dell’autunno, non oltre. È un vino leggero (dagli 8,5 ai 11,5 gradi) e dal gusto atipico. Dolce ma al tempo stesso un po’ aspro. Un vino che mordicchia il palato… da qui il suo nome che ricorda appunto una piccola cagna.

Questo vino tipico da gustare fresco di vendemmia viene prodotto a partire da uve del vitigno Refosco, in Romagna detto Terrano. Dal 1998 la Cagnina ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata, che ne sancisce la composizione. Almeno l’85% da uve Terrano, il resto da altri vitigni a bacca rossa tipici delle province di Forlì-Cesena e Ravenna.

La zona della DOC Cagnina di Romagna comprende i comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza e Riolo Terme in provincia di Ravenna, e quelli di Bertinoro, Castrocaro-Terra del Sole, Cesena, Forlimpopoli, Longiano, Montiano, Modigliana, Dovadola, Predappio, Mercato Saraceno, Meldola, Roncofreddo, Savignano sul Rubicone, Gatteo e San Mauro Pascoli in provincia di Forlì-Cesena.

E per concludere un sorso di storia. Il Terrano è un vitigno originario della Dalmazia, si ritiene siano stati i Bizantini i primi a piantalo in Romagna nel XIII secolo. Proprio in quel periodo, infatti, erano presenti a Ravenna operai e scalpellini provenienti dall’Istria, chiamati a lavorare, nella capitale dell’Impero, le pietre calcareee destinate ai monumenti bizantini.

Grazie alla composizione delle colline romagnole, prevalentemente argillose e calcaree il Refosco trovò un terreno ideale per crescere e prosperare, entrando di diritto nel novero dei vini tipici della Romagna insieme a Sangiovese, Albana, Pagadebit e Trebbiano.

Nelle sere autunnali, specie nell’entroterra romagnolo, la Cagnina è compagnia fissa del dopo cena. Da accompagnare con una fetta di ciambella, con i biscotti secchi o, meglio ancora, con le castagne arrostite al forno. Ricordatevi di servirla né fredda né troppo calda. I somelier consigliano una temperatura di 14 gradi noi, da profani, ci limitiamo a consigliarvi di metterla per pochi minuti sul davanzale della finestra, o in frigorifero, prima di versarla…