Sul monte Fumaiolo, dove nasce il fiume Tevere

Il fiume “sacro ai destini di Roma” sorge in Romagna, sul monte Fumaiolo, quasi al confine con la Toscana. Si tratta di un intenerario molto interessante, sia dal punto di vista naturalistico che da quello storico. Per chi voglia trascorrere una gita di un giorno nell’entroterra romagnolo si tratta cercamente di una delle cose da vedere più allettanti, come dimostrano i tanti visitatori che lo frequentano ogni anno.

La foce del fiume Tevere è posta a 1,268 metri di altitudine sul mare. Qui, in mezzo alla foresta incontaminata, su un piccolo spiazzo è posta una colonna di travertino che segna il punto in cui la sorgente fuoriesce dalla montagna.

Un tempo la sorgente si trovava in Toscana, Fu il capo del fascismo Benito Mussolini che, nel 1923, fece spostare i confini regionali, includendo il monte Fumaiolo e la cosiddetta Romagna Toscana nella regione a est dell’Appennino: ciò per assecondare il suo desiderio che le sorgenti del Tevere si trovassero nel forlivese, cioè nella sua provincia di origine.

Proprio il dittatore nato a Predappio fece costruire il monumento alla forgente, inaugurato durante una solenne cerimonia nel 1934, su di essa appaiono tre teste di lupo sovrastate da un’aquila rivolta verso Roma (simbolo imperiale riutilizzato in epoca fascista), con incisa la frase retorica “Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”.

La natura che circonda la sorgente è capace di togliere il fiato. Il monte Fumaiolo è famoso per le sue imponenti foreste di faggio, le cosiddette “Faggete”, che si possono percorre grazie a una rete di comodi sentieri transitabili a piedi e in mountain bike.

Dalla cima del Fumaiolo e dal vicino Pratone della Briglia, si può godere di un panorama a perdita d’occhio su buona parte della penisola, dalla riviera romagnola a nord-est, alle colline toscane (fino al monte Amiata), dalle vette dell’Appennino umbro-marchigiano (Alpe della Luna, monte Nerone, monte Catria) alle colline umbre e tutta la dorsale dell’Appennino tosco-emiliano (monte Falco, monte Falterona) fino al Corno alle Scale. Nelle giornate più limpide invernali si distinguono addirittura ad occhio nudo le vette innevate delle Alpi e la curva della riviera romagnola fino alla laguna di Venezia.

Sono paesaggi deliziosi per chi voglia dedicarsi semplicemnte ad una passeggiata tra la natura, tra sentieri facili da percorrere per tutte le età (il pendio è dolce) e godersi i panorami mozzafiato appena destritti, paesaggi che diventano indimenticabili per gli appassionati della mountain bike e del trekking, che da tempo ne hanno fatto un luogo d’elezione, con una moltitudine di itinerari corti, lunghi, facili o difficili, che attraversano i boschi regalandi passaggi attraverso borghi storici e la possibilità di rinfrescarsi bevendo a sorgenti di acqua purissima, incluse quelle ricche di zolfo e curative del vicino borgo di Balze.