foto di Enrico Nati (parcoforestecasentinesi.it)

La grotta urlante di Premilcuore: un tesoro nascosto tra cascate e natura incontaminata

Nel cuore della Romagna esiste un paradiso incontaminato dove fare il bagno tra rocce e cascate, un posto sconosciuto anche a tanti romagnoli, eppure inserito niente meno che dal prestigioso quotidiano inglese Financial Times nella lista dei migliori luoghi selvaggi dove fare il bagno in Italia: è la "Grotta urlante" di Premilcuore.

QUI IL VIDEO GROTTA URALANTE DI PREMILCUORE SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE https://youtu.be/j9IzitXQ5W4

Siamo a 40 km da Forlì, lungo la strada che conduce a Firenze, immersi nel paesaggio naturale del Parco nazionale delle foreste Casentinesi. Qui il ripido corso del fiume Rabbi si inalvea in un gorgo e forma una cascata che travolge le depressioni presenti tra le rocce, fino a riversarsi in uno spettacolare abisso, sotto un antico ponte in pietra del XVII secolo. Il rumore generato dall'acqua e amplificato dall'acustica naturale è tale che da sempre questo luogo viene chiamato la grotta urlante.

Nella grotta si formano due pozze ampie, circondate da rocce levigate dal corso dei millenni, ideali per stendersi e per tuffarsi nelle limpide e fredde acque del fiume.

il corso del fiume Rabbi poco prima della cascata

foto di Serrale88 - Opera propria, CC BY-SA 3.0

Si tratta di un luogo talmente bello da essere stato inserito nel libro "Wild swimming Italy. Alla scoperta dei più bei laghi, fiumi, cascate e terme d’Italia" fino a meritarsi, appunto, la celebrazione sulla stampa britannica, dove la grotta urlante è stata descritta come un paradiso di acque limpide «immerso nel contesto naturale di un parco di notevole bellezza, con una suggestiva cascata, la grotta e i laghetti al suo interno, ideali per tuffarsi, giocare e prendere il sole sulle rocce attorno».

Da quell'articolo - uscito nel 2015 - la fama della grotta urlante è aumentata e nei suoi pressi sono sorti campeggi e B&B dove poter passare la notte, mentre non mancano alcune trattorie tipiche dove mangiare le specialità del territorio. Ma il luogo continua ad essere non troppo affollato e ideale per trascorre una giornata in pace pressoché totale. Magari avendo la precauzione di evitare la domenica.

Come si fa ad arrivarci? Vi starete giustamente chiedendo. È piuttosto semplice: percorrendo la SP25 si supera la località di Premilcuore, poche centinaia di metri e si incontra il cartello che segnala l'ingresso nella frazione di Giumella. Al bordo della strada è presente uno spiazzo dove poter parcheggiare. Da qui si prosegue a piedi lungo il sentiero che conduce al ponte di pietra (denominato Ponte Nuovo), subito prima del quale si incontra un sentiero sulla sinistra che conduce, in appena un paio di minuti, alla Grotta Urlante. La seguente latitudine/longitudine può essere inserita nelle mappe online per mostrare la posizione: 43.9671, 11.7614.

Dalla grotta si può seguire il corso del fiume e incontrare altre piscine naturali dove fare il bagno e tuffarsi. Circa un chilometro ancora e si incontrano la Cascata della Sega, una cascata doppia molto suggestiva, e la Seghina, più piccola ma comunque affascinante.

il ponte di pietra di Premilcuore, sotto il quale si trova la grotta urlante

foto di Elena Bassan - Opera propria, CC BY-ND 2.0

Se decidete di andarci ricordate che un minimo di dotazione tecnica è altamente consigliata: niente infradito o sandali, al fiume è sempre meglio adoperare con un paio di scarpe di gomma per evitare di scivolare o ferirsi tra le rocce.https://amzn.to/3SQY2SZ Assolutamente consigliato è anche avere con sé un impermeabile e un berretto per proteggersi dal sole. Inoltre è bene portarsi dell'acqua minerale e il pranzo al sacco, naturalmente con un sacchetto per portare via i rifiuti prodotti senza inquinare la natura.

A questo punto è tutto pronto per una gita da ricordare. E se avete qualche giorno a disposizione ricordate che siete al centro di un Parco nazionale di grande interesse naturale e storico. Solo ad esempio vi citiamo il Santuario della Verna - dove osservare la secolare selva di abeti e faggi conservata intatta per quasi otto secoli dai monaci francescani - e l’Eremo di Camaldoli, fondato nel 1012 da San Romualdo.

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